
Come avviene la fotosintesi della clorofilla
In breve, ciò che devi sapere sulla fotosintesi clorofilliana. E funziona anche se le piante sono esposte a luce artificiale? Ebbene sì.
La funzione delle foglie di una pianta è quella di captare la luce del sole. Ogni foglia è formata da due parti: il picciolo, che la collega al ramo, e la lamina fogliare, cioè la superficie vera e propria, ricoperta di nervature. Ora, osserviamo la parte superiore della lamina fogliare, cioè il lato rivolto verso il cielo.
La fotosintesi in parole semplici
Durante il giorno le cellule della foglia ricevono l’acqua assorbita dal terreno tramite le radici della pianta, attraverso il picciolo e le nervature. La foglia riceve anche anidride carbonica, catturata dall’atmosfera. Allo stesso tempo, la luce solare colpisce le cellule della foglia e funge da attivatore per la seguente reazione chimica:
Anidride carbonica + acqua + LUCE SOLARE = zucchero + ossigeno
La pianta trasforma una molecola di anidride carbonica e sei molecole di acqua, sostanze in ingresso, in una molecola di zucchero, cioè energia necessaria per la sua crescita e la sua stessa vita. In formule, per chi è pratico di chimica:
CO2 + 6H2O + LUCE SOLARE = C6H12O6 + 6O2
Il “prodotto di scarto” sono sei molecole di ossigeno (6O2), che gentilmente la pianta cede all’atmosfera terrestre. Ecco perché l’esistenza delle piante è importante per la qualità dell’aria sul nostro pianeta.
Cosa c’entra la clorofilla
Se non ci fosse la luce solare, questa reazione chimica non potrebbe avvenire. Non potrebbe avvenire nemmeno se non ci fosse la clorofilla: è un pigmento verde contenuto all’interno delle foglie, capace di catturare l’energia del sole. E’ questa sostanza di colore verde la responsabile della fotosintesi clorofilliana, perché è la sola in grado di carpire i raggi solari che colpiscono la lamina fogliare.
Quando la luce solare colpisce le molecole di clorofilla, queste la assorbono e ne accumulano l’energia. L’energia solare accumulata provoca la scissione delle molecole di acqua, i cui atomi si ricombinano con quelli dell’anidride per formare zucchero e ossigeno. La fotosintesi clorofilliana avviene anche nelle alghe.
Dall’incontro di due composti inorganici, privi di vita, come l’anidride carbonica e l’acqua, deriva un composto organico come lo zucchero, che nutre la pianta e ne permette la crescita. E’ per questo che i vegetali sono al primo anello della catena alimentare, permettendo che l’energia solare, convertita in energia chimica con la fotosintesi, fluisca da loro sino agli anelli successivi (gli erbivori e poi i carnivori).
Le piante che ricevono luce artificiale fanno la fotosintesi?
Sì: una pianta verde esposta alla luce artificiale svolge il processo di fotosintesi clorofilliana in maniera naturale. Prendiamo una lampadina a luce bianca, le cui radiazioni vanno dai 300 ai 760 nanometri (unità di misura della lunghezza d’onda). La luce solare assorbita e usata dalle foglie per svolgere la fotosintesi clorofilliana ha una lunghezza d’onda compresa fra i 600 e i 700 nanometri, un intervallo coperto dalla classica lampadina a luce bianca.
Clorofilla e alimentazione
Pensando alla nostra alimentazione ci si potrebbe chiedere: ma quindi mangiare piante ricche di clorofilla equivale ad assumere l’energia del sole? Per scoprirlo non perderti il nostro prossimo articolo sull’importanza della clorofilla nell’alimentazione umana!